Giovanni Ponti, detto Gio, è stato un designer, fra i più importanti del dopoguerra. Analizziamo la sua storia e le sue opere.
Le produzioni di Gio Ponti, tra classicismo e modernità
Gio Ponti si laureò in architettura nel 1921, dopo aver sospeso gli studi per partecipare alla prima Guerra Mondiale. Negli anni ’20 cominciò la sua attività nella famosissima industria ceramica Richard Ginori. In quegli anni la sua produzione si ispirava chiaramente ai temi classici e alle forme del neoclassicismo, con un’attenzione particolare per la Secessione viennese a lui contemporanea. Non a caso, riteneva che tradizione e forme artistiche d’avanguardia fossero conciliabili.
Nello stesso periodo diede inizio anche a un’attività editoriale, infatti fondò la rivista Domus, la quale fu attiva finché ne fu in vita il suo ideatore. Domus fu anche la sede intellettuale di dibattiti sull’architettura e il design del Novecento; non fu l’unica da lui fondata, va menzionata anche quella di architettura e design del regime fascista: Stile, che vantò pochi anni di vita.
Inoltre partecipò alla realizzazione di scene e costumi per il Teatro alla Scala, ricevette numerosi premi e fu professore presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Gio morì sul finire degli anni ‘70, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma conserva un Fondo a lui dedicato, con più di 16.000 schizzi e disegni, svariati plastici, e altro materiale del valore sia artistico che storico. Oggi è ricordato come homme de lettres.
Le sue opere
Gio Ponti ha disegnato e prodotto oggetti appartenenti ai campi più disparati, parliamo di elementi d’arredo come sedie, mobili, lampade, fino ad arrivare alle scenografie per il teatro. È ricordato per le sue pareti attrezzate: pareti, appunto, ma prefabbricate e organizzate per rispondere alle esigenze più disparate. Fu artista, designer, architetto, scrittore, e un uomo eclettico, che cominciò la propria carriera dedicandosi prevalentemente all’architettura, per poi soffermarsi in modo particolare sull’artigianato e l’arte in generale. Infine, è suo merito anche la diffusione del concetto di made in Italy.
Ecco un elenco delle sue più opere importanti:
- Vanno subito ricordate progettazioni architettoniche come per esempio il primo degli edifici per uffici della Montecatini (Milano). Questo vide la collaborazione dell’intero Studio Ponti-Fornaroli-Soncini, e oggi viene spesso ricordato come Primo Palazzo Montecatini, per distinguerlo dal Secondo;
- Probabilmente l’edificio più importante di Gio è il Grattacielo Pirelli in Piazza Duca d’Aosta (Milano), un edificio in calcestruzzo armato di 127 metri e 31 piani vetrati, i quali si mostrano all’osservatore come un’ampia lastra di cristallo. Ponti ne diresse anche le fasi costruttive;
- Nel 1925 esordì come progettista: la sua prima produzione in questo contesto fu la palazzina in via Randaccio (Milano), realizzata negli anni ‘20 e nella quale non tralasciò nulla, ideandone persino gli arredi e rendendola un intramontabile esempio di quello che fu definito Neoclassicismo milanese, un genere molto amato dalla borghesia;
- Torre Littoria di Parco Sempione, oggi conosciuta come Torre Branca, fu realizzata negli anni ‘30, per la V Triennale. Si tratta di una costruzione in cui tradizione e avanguardia si fondono, e in questo basta guardare i tubolari di acciaio di forma tronco-piramidale. Nei suoi 108,60 metri di altezza è stata considerata la decima struttura accessibile.
Un famoso aneddoto su Torre Branca
Concludiamo questo approfondimento con una piccola notizia storica: quest’opera fu commissionata su volontà di Mussolini il quale, si narra, commentò l’altezza dicendo “non si può superare il divino con l’umano”. Infatti, la tradizione vuole che nessun edificio di Milano possa superare la Madonnina, la quale è posta a 108,50 metri sulla guglia più alta del Duomo. È proprio negli anni ‘30 una legge impedì sia alla Torre Branca che alla Torre Velasca (ad opera dello Studio BBPR) di superare i noti 108,5 metri, proprio per devozione verso la Madonnina.
In realtà c’erano ben altre ragioni, che andavano oltre il culto, parliamo soprattutto di problemi strutturali: sotto la superficie della città è presente una falda freatica in grado di esercitare una pressione abbastanza forte sui vari strati rocciosi che compongono il sottosuolo. Per questa ragione una struttura architettonica più alta, di conseguenza più pesante del Duomo, sarebbe risultata instabile.
Seguito il sito ufficiale di Gio Ponti: https://www.gioponti.org/it/