La memoria visiva, anche detta fotografica, e talvolta eidetica, è quella capacità innata di saper visualizzare le immagini nella nostra mente dopo averle viste, magari per pochi istanti, ma con grande precisione. Vediamo meglio in cosa consiste questa interessante funzionalità della nostra mente, o meglio, le due tipologie di memoria visiva.
Memoria visiva, le varie espressioni in uso
Per maggior correttezza è bene specificare che l’aggettivo eidetica, che viene dal greco εἶδος e significa forma, è usato in riferimento alla capacità specifica di visualizzare ricordi, come fotografie, per alcuni minuti, e coinvolge anche la memoria uditiva. Memoria fotografica è, invece, un’espressione usata in riferimento alla capacità di ricordare visivamente pagine di libri, oppure numeri, schemi, ecc. Inoltre, pare che quest’ultima non sia mai stata realmente dimostrata con parametri scientifici.
Che cos’è la memoria esplicita?
La memoria esplicita consente di ricordare le informazioni coscientemente. È anche nota come dichiarativa, intenzionale o cosciente, ed è responsabile della memorizzazione di informazioni intenzionali, come eventi, nomi di persone, date, luoghi. Poiché conserva parte del nostro passato, è anche detta autobiografica.
È responsabile della cosiddetta memoria a breve termine, che è la capacità di ricordare le informazioni per un breve lasso di tempo. Questo contrariamente alla memoria implicita, che invece è a lungo termine.
Che cos’è la memoria implicita?
La memoria implicita, detta anche procedurale, coinvolge l’apprendimento inconscio, perché riguarda esperienze non suscettibili al ricordo cosciente e che talvolta non sono neanche verbalizzabili; è responsabile della memorizzazione di informazioni non intenzionali, come le abitudini, le routine, le associazioni e altre informazioni non coscienti che abbiamo imparato senza rendercene conto. Per esempio, quando iniziamo a guidare una macchina, apprendiamo implicitamente come cambiare marcia, accelerare, frenare e come effettuare le manovre. Riguarda quindi il come fare le cose e come usarle. L’esempio più banale? Allacciarsi le scarpe.
La memoria implicita può aiutarci ad assimilare nuove informazioni più velocemente, e a ricordarle meglio, a compiere compiti complessi in modo più rapido. Quando impariamo a suonare uno strumento musicale, apprendiamo implicitamente come gestire le note e come produrre i suoni corretti.
Come lavorano insieme la memoria esplicita e implicita?
Facciamo un altro esempio: quando impariamo una lingua straniera, la nostra memoria esplicita ci aiuta a ricordare le informazioni intenzionali, come la grammatica, la sintassi, il vocabolario e altre linguistiche; quella implicita ci aiuta a ricordare le informazioni non intenzionali, come la formazione delle frasi e la pronuncia delle parole.
Inoltre, memoria esplicita e implicita lavorano insieme anche quando impariamo a fare qualcosa di complesso, come un gioco o uno sport. Ad esempio, se studiamo come giocare a pallavolo, impariamo implicitamente come spostarsi sulla rete, come colpire la palla e come coordinare i movimenti con quelli dei nostri compagni di squadra. Allo stesso tempo, apprendiamo esplicitamente le regole del gioco, le tecniche e le strategie di squadra.
Memoria visiva e design
Oggi la nostra mente è perennemente stimolata, anche grazie alle svariate applicazioni del design. Infatti, la comunicazione visiva non è legata soltanto alla pubblicità, ma alla comunicazione in generale, questo perché ha un forte impatto sull’universo emozionale di ogni possibile fruitore, o spettatore, o cliente. Non è per niente casuale che oggi si parli anche di emotional design, in un particolare misto di marketing, psicologia, neuroscienze, e tutto ciò che contraddistingue l’impatto visivo, quindi a suo modo anche emotivo.
Aspetti che recentemente hanno sollecitato il dibattito riguardo una possibile iperstimolazione, dettata da un continuo bombardamento informativo sotto forma di immagini, e il cui fine è invitare all’ottenimento di un prodotto. Tale dibattito è ancora in corso, e stimola figure professionali e non.
Per queste ragioni è importante conoscere tutto il complesso funzionamento percettivo legato ai cinque sensi, in modo particolare proprio all’apparato visivo, poiché questi determinano anche le straordinarie capacità creative della progettazione, in ogni campo.
Nei precedenti articoli abbiamo trattato come argomenti afferenti l’Analisi sensoriale, la Psicologia del colore, e la Percezione del colore dell’occhio umano. Per chi, invece, vuole entrare nell’affascinante mondo del product design consigliamo il nostro Corso per Product designer.